La Dieta di Galeno - Introduzione

L'Alimentazione degli Antichi Romani

1) La vita di Galeno
Al giorno d'oggi, la medicina occupa un posto fondamentale nelle nostre vite. Ci aspettiamo di ottenere diagnosi corrette e di ricevere le cure più innovative, basate su dettagliate ricerche scientifiche. Con grande entusiasmo, i media di riferiscono dei progressi fatti nella comprensione di varie malattie, oppure si parlano di complesse operazioni chirurgiche che possono ripristinare la perfetta funzionalità del nostro corpo. Parallelamente a questi progressi, gli psicologi hanno notato un aumento dello sconcerto e persino della rabbia di fronte alla morte. Lo stupore per i successi ottenuti dalla medicina, viene turbato dai suoi insuccessi. Pertanto, ci rimane difficile immaginare un mondo in cui la medicina poteva solo fornire un pò di conforto, e la morte, specialmente tra le persone più giovani, era sempre in agguato come una minaccia reale. Eppure, molti storici ammettevano che le cure palliative di Galeno sarebbero state molto più apportune di qualunque altro preparato disponibile fino agli ultimi anni del XIX secolo. 
Galeno nacque nel 129 d.C. a Pergamo, una grande città che sorgeva sulla costa egea dell'odierna Turchia. Poichè suo padre era un'architetto ed era interessato all'insegnamento, Galeno ricevette lezioni di matematica e geometria. Per un bambino di famiglia agiata questo fatto era alquanto inconsueto, visto che le scuole romane enfatizzavano lo studio della letteratura e della retorica, come materie necessarie per seguire una carriera da avvocato o consigliere cittadino. D'altro canto, anche se parte essenziale della civiltà romana, la professione d'architetto non richiedeva uno status sociale particolarmente alto. Questo background liberale e, in un certo qual modo, radicale, diede a Galeno l'opportunità di fare esperimenti: non era costretto dalla sua famiglia ad intraprendere quella che tradizionalmente era considerata una carriera piuttosto sicura.
Inoltre, poiché Pergamo era stata a lungo centro intellettuale e culturale., Galeno fu in grado di partecipare alle lezioni tenute dai filosofi stoici e platonici che erano attratti dall'immenso biblioteca presente nella città. E' una prova delle sue capacità mentali il fatto che Galeno cominciò questi studi a soli 14 anni.
Oltre alla sua importanza accademica, Pergamo era anche un centro religioso con un grande santuario dedicato ad Asclepio. Come figlio di Apollo, Asclepio operò da ponte tra il divino e l'umano e, benché fosse una potente divinità, era così interessato agli uomini mortali che cercò di combattere la morte attraverso il suo patronato sulla medicina. Nei templi del mondo romano si praticava la guarigione mediante mezzi psicologico: i malati venivano lasciati a dormire nei sacri recinti nella speranza che sognassero le cure da seguire per curare le malattie di cui soffrivano [Erano in parte l'incertezza dell'esito e la paura del dolore delle cure prestate dai dottori, che incoraggiavano queste guarigioni nei templi. Inoltre, gli dei erano così immischiati nella vita quotidiana della maggior parte della gente, che il concetto di intervento divino era una cosa totalmente naturale (Jackson 1988: 138-69). Può essere che i dottori accettassero con piacere culti come quello di Asclepio perché permettevano il rinvio di pazienti per i quali la medicina non era di alcuna utilità (Temkin 1991: 85)].
Persino fuori dai templi, si riteneva che i sogni fossero in grado di predire il futuro e di dare consigli riguardo alle linee d'azione future. Quando Galeno aveva 17 anni, suo padre ebbe un sogno promonitore: suo figlio avrebbe studiato medicina.
Nel V secolo a.C., Ippocrate scrisse che un buon dottore dovrebbe viaggiare. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 148 d.C., Galeno passò vari anni a studiare con esperti medici a Smyrne, Corinto ed Alessandria. Non esisteva un sillabo medico uniforme, e non c'era nemmeno una teoria comune su come funzionasse il corpo umano. Invece, esistevano gruppi seguaci di varie teorie, a volte chiamate scuole, basate su promesse filosofiche opposte. Ben preparato, Galeno tornò a Pergamo nel 157 d.C. e divenne dottore della scuola gladiatoria della città. Anche questo fu un passo inconsueto per una persona di cultura. I gladiatori potevano affascinare i romani per il loro giuramento di sottomissione alla morte, ma erano sempre considerati di un bassissimo status sociale, se non addirittura come dei personaggi al di fuori delle leggi approvate dalla comunità civile [I gladiatori erano sia affascinanti - fisicamente e sessualmente - sia repellenti, minacciosi e declassati. Barton pone l'accenno sul paradosso romano di questa terribile sofferenza che trasmetteva tale piacere, erotismo e autosoddisfacimento, riuniti nelle descrizioni della morte e del gladiatore].
Presumibilmente, ciò che Galeno guadagnò da questo incarico fu una conoscenza dettagliata dell'anatomia umana. Contrariamente al moderno credo popolare, di norma i gladiatori non combattevano intenzionalmente fino alla morte, specialmente in una città di provincia come Pergamo. Mentre Roma poteva permettersi eccidi di massa, le spese sostenute per addestrare e mantenere i gladiatori implicavano che qualunque altra città dovesse salvaguardare il proprio "patrimonio" gladiatorio. Ai gladiatori veniva insegnato a far sanguinare gli avversari per divertire gli spettatori, ma una volta usciti dall'arena, i feriti avevano a disposizione vari dottori pronti a saturare e fasciare le lesioni subite, in modo da essere pronti per lo spettacolo successivo.
Ciò non significa che la morte del gladiatore era un'evento estremamente raro, tuttavia non era da considerarsi una coclusione scontata. Lavorare con i gladiatori permise a Galeno di fare esperimenti sulla regolazione della dieta come metodo per guarire le ferite e sviluppare la forza fisica. In molti casi la dieta era l'unico rimedio che poteva essere utilizzato, perciò è comprensibile la sua rilevanza in tutti i trattati medici dell'antichità.
In assenza di una forza di polizia, ad eccezion fatta di Roma stessa, le antiche città erano inclini ad essere teatro di tumulti pubblici. Nall'autunno del 161 d.C., Galeno fuggi da Pergamo onde evitare di essere coinvolto in una di queste sommosse, provocata forse da una di quelle carenze di cibo citate nei suoi scritti dulla dietetica. Viaggiò attraverso i paesi del Mediterraneo orientale, facendo ricerche sulle proprietà di varie piante e minerali utilizzati come rimedi a Lemno, Cipro e nella Siria palestinese (l'odierno Isdraele), prima di raggiungere Roma nell'estate dell'anno seguente.
Marco Aurelio era appena diventato imperatore. Roma era all'apice della sua potenza e richezza. Galeno cominciò a farsi una reputazione nella capitale, facendo conferenze pubbliche sulla medicina e scrivendo opere riguardo all'anatomia. I suoi impegni ebbero termine nell'estate del 166 d.C. Un'armata romana di ritorno da una campagna in Medio Oriente portò con se la peste, e Galeno pensò più saggio tornarsene a Pergamo che rimanere a Roma a mettere in pratica la sua scienza sui soldati malati. Inoltre, la sua crescente fama gli aveva procurato sempre più nemici tra la classe medica e, di fronte ad una così violenta gelosia, cominciò a nutrire seri dubbi sulla sua reale sicurezza fisica. Tuttavia, i suoi sforzi lo avevano reso abbastanza famoso sa essere invitato dall'imperatore in persona a raggiungere il quartie militare di Aquileia, nell'Italia del nord, nel 168 d.C. L'anno successivo, a causa di un'altra epidemia di peste, Galeno torno a Roma al seguito della sua famiglia imperiale, e li rimase per il resto della sua vita.
Ebbe così tanti successi che venne nominato medico personale di Marco Aurelio. Galeno autenticò i suoi scritti nel suo tratto On my own books. Oggigiorno si pensa che sia morto verso il 210 d.C., mentre delle stime precedenti indicano la sua morte attorno al 200 d.C.

2) Galeno il dottore
Secondo la tradizione, Arcagato è stato il primo dottore greco ad aver esercitato la sua professione medica a Roma. Secondo Plinio, egli aprì il suo gabinetto medico nel 219 d.C. Sia lui che i suoi successori furono attratti dalle più alte cariche della società che avevano sviluppato un forte interesse per tutto ciò che fosse greco, a seguito delle guerre di conquista che terminarono con il totale assoggettamento della Grecia da parte del comandante Lucio Paolo Emilio, nel 168 d.C. Allo stesso tempo, le classi inferiori erano profondamente sospettose dei dottori, preferendo loro le cure casalinghe tramandate in famiglia, la magia e l'astrologia, e l'assistenza degli erboristi. Eppure, dalle varie testimonianze fornite da Cicerone, Seneca e Plutarco, si può elaborare un'idea generale di ciò che un aristocratico romano richiedeva ad un dottore, in particolare il tipo di rapporto amichevole che potesse offrire un giusto senso di conforto per tutta la durata della malattia.
La maggior parte dei romani colti era al correntee delle teorie mediche vigenti. Ad esempio, Cicerone descrive dettagliatamente il modo in cui pensava che l'organismo digerisse il cibo, terminando anticipatamente la sua disquisizione, in modo da evitare qualunque possibile offesa sulla natura della defecazione. Cornelio Celso, erudito latino che scrisse le sue opere durante il governo di Tiberio, redasse un'enciclopedia la cui sezione ancora esistente ci parla della medicina in un tono che sembra riflattere il punto di vista di una persona erudita sull'argomento. Nel I secolo d.C., nelle sue lettere, Seneca fa continui riferimenti ai suoi malanni e allude al tipo di aiuto che si potrebbe aspettare in casi del genere, mentre Plinio, nella sua Storia Naturale pone grande attenzione sull'ampio campo d'azione della medicina nella sua epoca.
Petronio satireggia la medicina, evidenziando la teoria secondo cui la malattia dovrebbe essere contrastata mediante l'adozione di una dieta da fame. Inoltre, i libri di medicina erano disponibili nei negozi nell'Argiletum, i medici praticanti tenevano conferenze aperte a tutti, e i chirurgi mettevano in mostra la loro abilità con il coltello di fronte a stuoli di spettatori [Le dimostrazioni d'anatomia erano la ripetizione, sotto forma di uno spettacolo destinato al grande pubblico colto, delle dissezioni e vivisezioni degli animali che facevano parte dell'apprendistato medico].
Ma è ancora da discutere che posto aveva Galeno in questa scena. Oggigiorno, l'opinione prevalente sembra sostenere che lo status sociale dei dottori nella parte orientale dell'impero era più elevato rispetto a quello dei dottori che vivevano nelle regioni occidentali, anche se l'influenza di prove deve essere prese in seria considerazione in questa discussione. Comunque sia, il patronato è quasi certamente la risposta alla rapida scalata di Galeno alla fama. La sua famiglia aveva rapporti con i cittadini più eminenti di Pergamo, e questi a loro volta avevano dei collegamenti con i personaggi più potenti ed influenti di Roma; perciò, quando Galeno arrivò nella capitale nel 161 d.C., divenne subito amico di senatori e altri membri della corte imperiale. Fin dall'inizio si trovò in una condizione sociale ben più elevata di qualunque altro dottore giunto a Roma dai paesi del Mediterraneo orientale. Un'ulteriore dimostrazione dei sui mezzi privati ci viene fornita quando egli lasciò la città l'anno seguente, e dovette assumere un pubblico banditore per vendere la sua casa a Roma.
E' stato evidenziato che Galeno non era l'unico dottore ad avere successo in campo medico e in altre attività intellettuali. Trassippo di Corinto, ad esempio, era considerato un personaggio preminente nella medicina e nella poesia. Ciò per cui Galeno si differenziava dagli altri era il suo stile retorico estremamente polemico, il suo sconvolgente senso di autostima e considerazione di sé, la sua produttività letteraria che era immensa sotto qualunque punto di vista, e la sua cieca duttività letteraria che era immensa sotto qualunque punto di vista, la sua cieca pretesa di esser l'unico in grado di portare a compimento l'opera d'Ippocrate. Naturalmente, la sua grande produttività letteraria era dovuta all'utilizzo di altre opere mediche come nucleo centrale dei suoi scritti. Anche se aggiunse commenti personali ritenuti appropriati, le sue conoscenze mediche non erano affatto diverse da quelle dei suoi contemporanei. Potrà anche aver lavorato come medico per la classe dirigente romana, ma i suoi trattati sul cibo e la dieya possono essere usati come fonte legittima di ciò che era generalmente considerata la scienza medica nella sua epoca.

3) Il retroscena Ippocratico
In tutti gli scritti di Galeno viene invocato il nome d'Ippocrate, a volte per sostenere una particolare teoria, a volte per ridicolizzare il punto di vista di un avversario. In alcuni casi Galeno arriva persino ad idelizzare Ippocrate, come se fosse una vera e propria divinità.
Esistono vari fattori che sembrano aver contribuito a questa idealizzazione. Tanto per cominciare, gli scrittori del II secolo d.C. erano particolarmente affascinati dal passato classico per due motivazioni principali: per il suo stile letterario, e per le sue idee filosofiche.
La prima motivazione fu derisa da Galeno nelle sue opere sulla dietetica, in quanto secondo lui la nomenclatura e la fraseologia del tempo erano da preferire a quelle del passato; la seconda motivazione era accettata da Galeno, per il quale Ippocrate aveva scoperto tutto ciò che c'era da sapere in campo medico, e tutto ciò che era rimasto da fare non era altro che interpretare e piegare le sue teorie in maniera dettagliata.
Sin dai tempi di Esiodo, il mondo antico aveva rivolto il proprio sguardo al passato, alla ricerca di un'epoca d'oro mitica, durante la quale la vita era bella, semplice e sana.
Galeno non aveva alcuna base filosofica su cui fondare la sua scienza, perché c'erano troppe teorie opposte riguardo alle funzioni corporee; i suoi insegnamenti avevano venerato Ippocrate, e gli avevano fatto imparare a memoria alcuni apoftegmi del maestro.
Questa procedura d'insegnamento ben si accordava con la pratica della retorica, e con il suo bisogno di affermazioni succinte che potessero essere usate a sostegno di argomentazioni varie.
Conosciuto anche come lo "stile diretto", fu lo stile prediletto da scrittori come Seneca e Tacito.
Dotati di una certa dose di cinismo, è facile osservare la fedeltà di Galeno a questo metodo, visto che spesso non riusciva a ricordarsi da dove derivassero alcune citazioni ippocratiche, e tuttavia era sempre certo di sapere esattamente quale fosse il significato di alcune asserzioni ambigue del maestro. Ciononostante, il metodo al di là di questo ragionamento servi da solido sostegno alla sua pratica della medicina, e alla sua posizione nella società romana.
Certamente, gli insegnanti di Galeno non erano i soli a venerare Ippocrate. Persino nel IV secolo d.C. esisteva ancora la leggenda d'Ippocrate come il dottore perfetto, che aveva salvato i malati di peste, che aveva resistito alle offerte di denaro del re persiano, e che, più di tutto, aveva lavorato duramente come greco tra i suoi compagni greci. Quando l'iperatore Marco Aurelio definì Galeno il miglior dottore dell'epoca e un filosofo impareggiabile, fu un complimento all'immagine che Galeno aveva costruito di sé: un esperto di teorie classiche malgrado la decadenza del mondo contemporaneo. Ritagliarsi una nicchia nella società romana significava impegnarsi in una feroce competizione.
Ma affermare che il suo compito principale era di spiegare le teorie d'Ippocrate, fu un comportamento che diede a Galeno i mezzi necessari per vincere questa battaglia. Se un avversario lo attaccava, significa che stava attaccando Ippocrate in persona, e chi avrebbe mai potuto avere la meglio se una leggenda così potente e venerata?

4) La dieta all'interno della medicina
Scribonio Largo, medico romano che scrisse le sue opere durante il governo dell'imperatore Claudio (41-54 d.C.), riassunse le fasi dell'assistenza medica: prima di tutto viene la dieta, poi i medicinali, ed infine la cauterizzazione o la chirurgia. Da questo elenco è omessa la flebotomia, perché non tutte le scuole di medicina erano a favore di questa procedura. Perciò, la dieta non era più l'unicomezzo per curare una malattia, anche se forse era ancora il più importante.
Come è altrove affermato da Scribonio Largo, la maggior parte della gente era terrorizzata dai coltelli o dai ferri incandescenti, ma dietro quest'enfasi sulla dieta c'erano altri fattori oltre alla paura. Plutarco sosteneva che un bravo dottore era qualcuno che utilizzava il riposo e la dieta, piuttosto che metodi brutali, per mettere in atto una cura.
Nel mondo romano, il lavoro manuale era indice di uno status sociale piuttosto basso, eppure la chirurgia dipendeva interamente sulle conoscenze acquisite surante la pratica reale. Questa discrepanza può essere percepita nelle argomentazioni presentate da vari dottori a sostegno di questo metodo d'apprendimento basato su tentativi ripetuti. Per acquisire un maggiore prestigio, un dottore doveva evitare di sporcarsi le mani. Poiché Galeno ne era ben consapevole, la filosofia fu la chiave della sua rispettabilità. Da un lato, lo studio della filosofia permetteva ai dottori di comunicare in maniera più efficace coi loro pazienti, mentre dall'alto lato li aiutava a creare quel senso di fiducia e amicizia che Seneca riteneva così importante nella pratica medica. Ciononostante, l'elite della società romana considerava la medicina come un'arte da condividere con gli schiavi e i liberti. Il dissipamento di questo pregiudizio cominciò solo durante gli anni del tardo impero.
Si è stimato che circa l'80% dei pazienti che Galeno annovera nei suoi scritti, apparteneva alla classe dirigente, mentre solo il 46% era costituito da sofisti e il 21% da membri appartenenti alle classi minori. Egli stesso ha affermato di aver scritto le sue opere per i lettori greci e per chiunque, sebbene non greco, si sforzasse di acquisire le qualità dei greci. Se questa affermazione si riferiva a coloro che avevano studiato letteratura e filosofia greca, significa allora che la sua attenzione era rivolta specialmente agli uomini ricchi e potenti. Inoltre, l'intima conoscenza, richiesta dalla medicina dietetica riguardo allo stile di vita del paziente, agevolava una maggiore concentrazione sulle classi più elevate della società, visto che solo loro potevano permettersi di utilizzare il tempo e il denaro naturalmente richiesti da tali dettagli. Prescrivere una dieta coroborata dalla scienza umorale faceva si che le mani del dottore rimanessero pulite, e dava all'interazione tra il medico e il paziente un'impronta spiccatamente intellettuale.
Che una buona dieta assicurasse la salute fisica era un concetto fondamentale della medicina antica, visto che il cibo poteva far ammalare o guarire una persona mediante i suoi effetti sull'equilibrio degli umori corporei. Pertanto, prevenire era senz'altro meglio che curare. In antitesi, medicine, la flecotomia, la cauterizzazione e la chirurgia erano metodi drastici, da usare solo quando la dieta non poteva più arrecare benefici. Ma c'era un'altra idea al di là di questo affidamento sulla dieta: chiunque aveva il potere di controllare il proprio stile di vita, e questo fatto diede al cibo una dimensione morale che ben si accordava con il punto di vista storico della vita, in voga a quei tempi. La moderazione e l'equilibrio erano essenziali per cercare la verità e il benessere supremo. Perciò, la dieta venne innalzata, dalla semplice assunzione di cibo per il sostentamento del corpo, ad un livello filosofico superiore che rafforzò la sua importanza all'interno della medicina in generale.
Alcuni cibi potevano servire anche da medicine. Ad esempio, il DRAGONCELLO doveva esser bollito per 2 o 3 volte prima che le sue proprietà mediche andassero perse. Ciò che importava era il modo e le circostanze in cui una particolare sostanza veniva utilizzata, poiché la stessa sostanza poteva fungere da cibo o da medicinale. In base agli scritti di Galeno, una sostanza poteva essere classificata come un cibo se non aveva un effetto ben definito sull'organismo - sia che fosse un effetto diurettico, lassativo, catartico o simile - mentre era definita una medicina se fungeva effettivamente da purgante, vermifugo emetico, o simili. Perciò, mediante un'attenta preparazione, cottura e condimento, ciò che era comunemente considerato una medicina poteva esser trasformato in cibo.

5) La visione galenica del corpo
Nella medicina Ippocratica, la cottura era un'operazione che si pensava fosse applicabile non solo alla maturazione della frutta e della verdura, ma anche al processo di digestione. Perciò, in antitesi al concetto di crudo e acerbo, vi era quello di cotto e maturo.
Il calore innato dell'organismo cuoceva il cibo. Perciò Dioscoride potè descrivere uno stomaco che bruciava per l'intenso calore prodotto. Per lo stesso motivo, più i cibi venivano lavorati e cotti in cucina, più facilmente potevano essere digeriti dall'organismo.Galeno non ci espone la sua opinione sulla digestione sotto forma di teoria coerente, ma bisogna piuttosto raggruppare le sue idee sull'organismo, raccogliendole dall'interno corpus delle sue opere. Per sommi capi, Galeno pensava che il cibo e le bevande venissero parzialmente digeriti all'interno dello stomaco. Il materiale derivate da tale processo, entrava successivamente nel fegato passando attraverso le prime vene (ciò che noi oggi chiamiamo il Sistema Portale), per essere trasformato in sangue. Dal fegato, le vene trasportavano il sangue, ora ricco di nutrimenti, verso tutte le parti del corpo. Tuttavia, l'aria era necessaria per il mantenimento di questo calore corporeo, e veniva assorbita attraverso i polmoni e i pori della pelle. Durante la creazione del calore e la digestione del cibo, si veniva a formare il fumo. Percuò, quando parla del latte, Galeno sostiene che in alcune persone si trasforma in un fumo oleoso. Per Galeno, le arterie operavano come bocche si sfogo per il processo di combustione, e allo stesso tempo serivano a regolare la temperatura corporea.
La circolazione sanguinea non fu mai scoperta da Galeno, ma egli presuppose l'esistenza del graduale flusso e riflusso del sanuge lungo il corpo. Negli antichi scritti di medicina, si può riscontrare un'interesse particolare nei confronti del sangue, prima di tutto perché è un elemento facile da osservare (nelle ferite o nelle mestruazioni). Uno dei principali disturbi che i dottori cercavano di curare era la febbre, sempre presente in caso di malattie infettive come il raffreddore comune e la malaria. Molti medici antichi pensavano che ci fosse un'unica causa alla base della febbre. Galeno, da parte sua, sosteneva che le cause erano tre: prima causa, il surriscaldamento generato dall'esposizione al sole, dall'assunzione di cibi e bevande particolari, o da qualche problema di traspirazione; seconda causa, l'infiammazione (accompagnata presumibilmente da putrefazione) della materia escrementizia, ossia dalle sostanze di scarto che rimangono nell'organismo dopo la digestione; terza causa, il flusso degli umori verso una particolare area del corpo, che in seguito va in putrefazione. Una dieta regolata con estrema attenzione poteva servire ad evitaere la formazione di materia escrementizia.
Nel caso in cui tale materia si fosse accumulata all'interno dell'organismo, allora la flebotomia era ritenuta il metodo migliore per drenarla via.
Ma mentre i Metodici avevano asserito che nella flebotomia la stessa regola valeva per tutti i tipi di pazienti, Galeno era irremovibile riguardo al fatto che un dottore dovesse abbinare un tipo di dieta e di flebotomia ad ogni singolo paziente, perché ogni persona aveva un temperamento diverso.

6)La Dietetica galenica
La medicina moderna può essere suddivisa in vari settori separati. In posizione preminente vi è la medicina scientifica occidentale, che dà una spiegazione delle malattie attraverso il mondo chimico-fisico.
Ma anche i tradizionalisti riconoscono la potenziale efficacia della malattia alternativa, sia che si basi sull'utilizzo di estratti diluiti di piante selvatiche, o sull'applicazione di oli aromatici tramite il massaggio. Poi esistono forme orientali di medicina, come l'agopuntura che può servire ad alleviare numerosi disturbi. Faccio mensione di questo patrimonio d'idee perché la medicina antica viene spesso criticata per la sia incoerenza, eppure le diverse scuole di pensiero possono, in un certo qual modo, esser paragonate alla vasta gamma di teorie contemporanee riguardo alla guarigione. Naturalmente, l'analogia non è assoluta, perchè non mondo antico non esisteva un medoto terapeutico dominante finché Galeno non fece la sua comparsa. Il suo maggiore contributo fu qyello di cercare di sistemizzare i vari metodi utilizzati dai dottori a lui precedenti.
Malgrado i suoi dubbi apparenti riguardo questa sistematizzazione, e la sua convinzione che dovessero esser condotte ulteriori ricerche in base alle direzioni da lui indicate, Galeno abbe un tale successo che i suoi scritti eclissarono del tutto quelli dei suoi contemporanei, tanto che pochissimi di questi esistono ancora oggi.
Galeno era particolarmente dotato per diventare famoso nel campo medico. Ad un livello puramente pratico, era indipendente dal punto di vista finanziario, grazie ai lasciti di suo padre. Questo significa che poteva scrivere e lavorare in tutta tranquillità, senza dover far affidamento su un esigente mecenate. Per quanto riguarda la teoria, Galeno era estremamnte colto, specialmente sulla filosofia e nella retorica. Questo gli permise di attaccare i suoi rivali con uno stile linguistico tagliente e sensato. Senza alcun dubbio, gli spettatori che assistevano alle sue conferenze pubbliche gradivano molto i suoi attacchi verbali e il suo umorismo sottile.Comunque, era la filosofia che Galeno considerava la base delle sue teorie. La filosofia era sempre stata tenuta in alta considerazione dai greci e dai romani, mentre la medicina era poco stimata.
E' vero che la condizione sociale dei dottori era migliorata sotto l'impero, anche se il fatto che l'insegnamento della professione agli schiavi dovette essere abolito indica l'attitudine di fondo della società. L'enfasi di Galeno sulla filosofia come chiave per diventare un bravo dottore, può essere vista come il suo tentativo di costruire un legame tra le discipline onorate e quelle denigrate. Certamente gli conferì il prestigio necessario per mischiarsi con i membri della classe dirigente come un individuo, seppur non eguale, sicuramente degno delle più profonda ammirazione.
Se da un lato la filosofia innalzò il prestigio sociale della medicina, dall'altro ostacolò l'avvaloramento di varie teorie mediche. Lo stoicismo, in particolare, comportava l'utilizzo del condizionale per provare un'ipotesi. Perciò, negli scritti di Galeno ricorre spesso l'avvertimento di come un punto di vista che sta per esser dimostrato sia lampante nella conclusione successiva. Ciononostante, vi è una certa logica nella sua disamina sul cibo e sulla dieta. Per riassumere in breve quest'analisi, possiamo dire che Galeno sosteneva che la salute poteva essere preservata solo quando i 4 umori erano uniformemente equilibrati all'interno dell'organismo.
Costituiti dal sangue, dalla flemma, dalla bile nera e dalla bile gialla, i 4 umori potevano rompere questo equilibrio se il corpo veniva maltrattato, da una dieta sbagliata, da esercizi inconsueti o da un cambiamento di clima.
Ad interagire con i 4 umori c'erano le 4 qualità, alla cui attività venivano attribuite la nascita e la morte di tutti gli esseri viventi. Le 4 qualità erano il caldo, il freddo, l'umido e il secco. Si pensava che le malattie si manifestassero quando c'era uno squilibrio umorale, oppure quando c'era un aumento eccessivo di una o più qualità. L'indigestione poteva essere imputata da un eccesso di Flemma causato da un'esagerata assunzione di cibo. Per neutralizzare questo disturbo, veniva prescritto un rimedio caldo e secco, forse a base di Pepe e Vino. Un buon dottore doveva utilizzare la ragione e l'esperienza per acquistare le nozioni necessarie a capire come agiscono gli alimenti.
Alcuni cibi potevano essere appropriati per le persone anziane ma non per i giovani, mentre altri potevano arrecare benefici alla maggior parte della gente, ma nuocere a coloro che soffrivano di una bizzarria patologica. Tuttavia, il concetto di logica in questi scritti deve essere precisato, in quanto c'è una qualche incertezza sul fatto se anche Galeno avesse o meno una visione d'insieme si ciò che stava proclamando.
Una delle difficoltà risiede nella dicotomia, presente nella medicina antica, che abbiamo già evidenziato, ossia il rapporto tra una scienza basata si principi filosofici (di prestigio sociale elevato) e una tecnica basta sull'osservazione del corpo (di basso prestigio sociale).
Forse è significativo che Sulle proprietà dei cibi venne pubblicato quando la posizione medica e sociale di Galeno non era in dubbio, visto che quest'opera è fondamentalmente un manuale pratico radicato nella patologia dell'organismo e degli umori. D'altro canto, nell'opera vengono sollevati problemi di ortografia, non solo per puro interesse, ma anche perchè la filosogia era considerata un'attività degna del più profondo rispetto. Questo è ciò che rende così importanti questi trattati sulla dietetica, visto che sono sia delle registrazioni della pratica medica, sia dei commentari sulle usanze sociali dell'impero romano.

7) I Trattati
Il più importante trattato sulla dietetica scritto da Galeno è Sulle proprietà dei cibi. Scritto attorno al 180 d.C., dopo il trattato Sull'igiene, ci presenta una visione enciclopedica sul modo di mangiare dei cittadini dell'impero romano. In generale, è un'opera strutturata sull'impronta di trattati precedenti sull'argomento, scritti da Diocle, Mnesiteo, Filotimo ed Ippocrate (Sulla dieta), e ci fornisce un'analisi dei cibi che possono essere abbinati ai temperamenti di particolari pazienti.
Per estensione geografica, l'opera spazia dalla città di Roma alle città che sorgono lungo la costa egea dell'odierna Turchia, mentre dal punto di vista dell'analisi sociale, l'opera esamina i regimi alimentari delle classi contadine e quelle dei ricchi. Queste differenze affascinano Galeno, visto che ci parla spesso del contrasto tra la città e la campagna, anche se non ci dice in che modo gli potevano essere d'aiuto nella pratica della dietetica. Potrebbe darsi che non siano altro che realtà rurali destinate a destare interesse del lettore, suscitando forse un breve momento di sorpresa nel suo pubblico colto, stupito nell'apprendere che in campagna qualcuno potesse avere un comportamento così zotico. Tale spiegazione coinciderebbe con lo spassoso racconto del pesante e drasticamente flatulento pasto consumato da Galeno durante una scampagnata.
In questo trattato, gli alimenti vengono attentamente classificati in base alle loro qualità: salato o dolce, buono o cattivo per lo stomaco, aspro o amaro, acre o insipido, facile o difficile da digerire, lento o veloce a passare attraverso l'organismo, costipante o lassativo, compostoda particelle sottili o spesse, rinfrescante o riscaldante, che promuove un umore o l'altro. Spesso vengono fornite delle ricette, perché secondo Galeno un bravo dottore doveva essere anche un bravo cuoco.
Il breve trattato Sulla zuppa d'orzo completa quest'opera maggiore e ci fornisce un interessante esempio dello stile polemico di Galeno, anche se l'assenza di qualunque riferimento interno ad eventi esterni o ad altre opere, rende problematico qualunque tentativo di datazione del trattato.
Maggiori informazioni sul background medico di questi due trattati sulla dietetica ci vengono fornite dagli altri testi. Probabilmente, Sugli Umori è un'opera che non è stata scritta da Galeno, ma viene inclusa come una breve sinossi dell'umoralismo.
In generale, è un'opera che non distorce il punto di vista sottilmente sfumato di Galeno, dando maggiore enfasi alle qualità piuttosto che alle quantità degli umori. Potrebbe esser stata scrittaad un secolo di distanza dalla morte di Galeno.
Durante l'analisi di un particolare umore, il trattato Sulla bile nera aggiunge ulteriori dettagli sull'importanza dell'equilibrio umorale all'interno dell'organismo. Il fatto che quest'opera venne scritta dopo Sulle facoltà naturali, suggerisce una data di composizione che può andare dal 169 al 175 d.C. Ciò che accade quando l'equilibrio umorale viene perso è descritto nel trattato Sul malumore variabile. Le malattie susseguenti vengono descritte nell'opera Sulle cause delle malattie, e sono caregorizzate a secondo che siano calde, secche, umide o fredde.
Un terminus ante quam può essere stabilito perché questo trattato cita Sul metodo terapeutico, un'opera scritta tra il 169 e il 180 d.C., perciò è plausibile sostenere che Sulle cause delle malattie venne composto nello stesso periodo di Sulle proprietà dei cibi. Nel trattato Sul malumore variabile è presente un riferimento all'opera Sulle proprietà dei cibi, e ciò basta per dimostrare l'esistenza di una connessione temporale tra queste due opere, anche se un'ulteriore precisazione sulla loro data di composizione è forse impossibile da fare.
Una caratteristica di questi testi è l'atteggiamento polemico assunto da Galeno. In queste opere vengono derisi scrittori precedenti come Erasistrato, così come sono stati disprezzati coloro che non sono in grado di comprendere una teoria apparentemente semplice, e viene evidenziata l'impeccabile logica delle argomentazioni proprie di Galeno. Come abbiamo già notato, la medicina non era un sistema uniforme, e nell'antichità, pubblicare un'opera, significava leggerla a voce alta di fronte a un pubblico non sempre ammirato, perciò era necessario rafforzare le proprie idee con una buona dose di retorica. Anche se agli occhi del lettore moderno questo stile può far apparire Galeno come un individuo a volte egoista, in realtà era lo stesso stile linguistico utilizzato dai soui rivali, anche se in genere - da quel che lui ci dice nei suoi racconti - vinceva spesso le varie dispute pubbliche.

8) I testi
Queste opere non sono mai state tradotte prima in inglese. La traduzione latina che accompagna l'edizione del testo greco, eseguita da C.G. Kuhn, è pertanto servita come un'utile guida durante la traduzione; dopotutto, era indirizzata a coloro che studiavano medicina durante il declino del lungo periodo di predominio di Galeno. Non volendo allontanarmi troppo dalle parole di Galeno, ho cercato di bilanciare il letterale e ciò che può esser letto agevolmente. Insito in questo tipo di approccio, è il periodo di scivolamento. Comunque, penso fermamente che sia preferibile tradurre, ad esempio, il termine "pepsis" con "digestione", anche se ciò significa semplificare il netto divario tra il concetto antico e quello moderno di questa funzione corporea. Per i puristi, il testo originale è a disposizione per qualunque affronto, e sarebbe un peccato oscurare, attraverso continui rimandi all'originale, uan traduzione destinata a coloro che non hanno familiarità con la lingua greca.
A differenza di molte opere antiche piene di allusioni mitologiche e storiche, ciò che Galeno scrive è sorprendentemente accessibile al lettore moderno. A parte qualche riferimento occasionale a qualche altro dottore - e molte di queste figure sono comunque confuse con la scomparsa dei libri da loro scritti - nulla ostruisce la visione dell'impero romano al suo apogeo, così come appare attraverso gli occhi di un cittadino estremamente colto ma, allo stesso tempo, piuottosto ordinario. La grandezza dell'impero, e la relativa facilità con cui si poteva viaggiare attraverso di esso, sono enfatizzate da commenti espressi da Galeno riguardo i suoi viaggi in Egitto, Cipro, Siria e Grecia. La varietà dei cibi - ma anche l'incertezza dei raccolti - viene elencata in modo dettagliata. Vengono riportate conversazioni con insegnanti e studenti, resoconti di pasti improvvisati in campagna assieme a gruppi di contadini, discussioni tenute con gruppi di agricoltori, e pèroblemi legati all'inquinamento nelle grandi città. La medicina e il cibo sono combinati assieme con un occhio attento ai dettagli sociologici. Esistono pochi scrittori del mondo romano che ci forniscono una descrizione così dettagliata della vita quotidiana.
Per la traduzione dei trattati Sugli umori, Sulla bile nera, Sul malumore variabile e Sulle cause delle malattie, è stato utilizzato il testo curato da C.G. Kuhn: Claudii Galeni, Omnia Opera, Hildesheim 1965 (Georg Olms, ristampa dell'edizione Leipzig 1823). Per quel che riguarda i trattati Sulla zuppa d'orzo e Sulle proprietà dei cibi, è stata utilizzata un'edizione più moderna curata da K.Koch, G. Helmreich, C. Karbflieish e O.Hartlich.

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