Tecniche Diagnostiche

TECNICHE DIAGNOSTICHE

Come abbiamo già rilevato, nell'antichità e nelle culture pre-industriali in genere - non solo in quella mediterranea - il "principio-guida" per la conoscenza dei fenomeni è quello analogico. Fenomeni che presentano analogie sensibili (aspetto, colori, odori, suoni) possono avere tra di loro relazioni profonde e di reciproca influenza.
La Fisiognomica, letteralmente - dai termini greci - "Conoscenza della Natura", si è configurata come tecnica della valutazione delle condizioni biologiche (fisiologiche, genetiche, patologiche) e psicologiche attraverso l'osservazione dell'apetto esteriore del soggetto, della sua figura, del portamento, degli atteggiamenti e del carettere; cura particolare dell'esame delle caratteristiche fisiche e "organolettiche", ovvero della forma del volto, delle sue eventuali asimmetrie, agli occhi, al naso, ale orecchie, alla bocca, e giù allontanandosi e scendendo, alla gola, alle spalle, al modo di piegare la testa mentre l'osservatorio/a ascolta, alla forma degli arti e delle estremità, alla "densità" della persona, al suo calore, alle posture, ai tic, alle manie e a tutto ciò che si riesce a cogliere.
Ma nell'antichità l'osservazione di questo tipo non era considerata sufficiente; aspetti particolari dei fenomeni corporei venivano osservati minuziosamente e in qualche modo contribuivano a formare quella che possiamo definire "Fisiognomica estesa"; in realtà tutta l'arte diagnostica antica è riconducibile alla Fisiognomica, come tecnica diagnostica globale dove il messaggio fisiologico o patologico viene emesso dalla figura della persona, da alcuni tratti salienti (pulsazioni), da alcune parti organiche facilmente osservabili (lingua), e infine dalle escrezioni (orina, alvo).

La Fisiognomica
Osservare, rilevare, valutare. Serie di operazioni caratteristiche del mondo animale, non foss'altro che per la pura sopravvivenza, che nell'uomo sono entrate a far parte della cultura e della civiltà. A volte certe operazioni sembrano banali, ma proprio nella loro semplicità e quotidianità appaiono improvvisamente nella loro "densità" esistenziale. Persino i vegetali, a modo loro, sono costretti a compiere delle rilevazioni ambientali e in base alle caratteristiche del mondo esterno, verificare le possibilità di adattarsi a esse per sopravvivere o, nell'impossibilità di adattamento, perire.
Gli animali, dotati di genere di maggiore mobilità dei vegetali, possiedono delle risorse di adattamento superiore (sfuggire a un predatore, acciuffare una preda, seppellirsi nella melma, entrare nel letargo, e così via) per sfuggire alla morte, sempre incombente in natura e una volta accertatisi della (momentanea) sopravvivenza, per nutrirsi e per riprodursi.
Il genere umano, nel suo cammino dalla vita selvaggia alla civiltà, ha trasformato molte risorse istintive, spontanee, in atti coscenti e volontari. Tra questi, l'osservazione dei fenomeni. Molti animali possiedono doti di rilevamento assai superiori a quelle umane (ad esempio i cani hanno un senso dell'odorato cento volte superiore a quello umano; gli uccelli rapaci diurni possiedono un tipo di acutezza visiva che per gli esseri umani è irrangiungibile; gli animali che emettono e rilevano ultrasuoni - come i pipistrelli - hanno la possibilità di "vedere" il mondo in modo assolutamente inconcepibile per noi). Ma rilevare, in realtà, non è "osservare" nè, tantomeno, "descrivere": l'umanità a creato la cultura, la capacità cioè di organizzare in modo consapevole i dati a sua disposizione. E' anche vero che i cinque sensi umani sono - nel loro insieme - molto più sofisticati di quelli di qualsiasi animale (e questo costituisce - forse - la base di una sorta di "superiorità biologica"). L'organizzazione cosciente delle informazioni provenienti dall'esterno costituisce la base di ogni processo cognitivo; non solo, ma l'interazione tra l'osservazione del mondo e l'analisi delle proprie emozioni, ha dato lungo alla vita interiore, spirituale o comunque alla possibilità di compiere astrazioni. Anzi, a nostro avviso, è proprio la capacità di far derivare una visione generale del mondo, indipendentemente dai singoli fenomeni osservati, che ci dà la misura di un destino che va ben oltre quello della semplice sopravvivenza biologica. E' invece aberrazione tipica della scienza moderna quella di ricondurre ogni astrazione alla verifica del mondo fenomenico esterno.

I Principi-Guida
I principi guida dell'analisi fisiognomica sono riconducibili a quello generale arcaico dell'analogia; per questo genere di indagine, questo principio viene collegato con il sistema di descrizione del mondo attraverso le Quattro Qualità (Caldo, Freddo, Secco, Umido) e i Quattro Elementi, che dalle Qualità procedono (Fuoco, Aria, Acqua, Terra).
 
Il principio di analogia non trova riscontri né conferme sistematiche nell'area conoscitiva che possiamo definire correttamente come "scienza moderna". Anzi, la scienza moderna, fondata sulla sperimentazione diretta dei fenomeni, attraverso la rilevazione degli elementi costituenti ogni fenomeno, si è affermata combattendo strenuamente contro i principi che in qualche modo "bypassano" la sperimentazione diretta. In realtà, se abbiamo presente come tutte le grandi culture, nelle varie forme, abbiano espresso modi - pur diversi - di descrivere i fenomeni attraverso procedimenti analogici, dobbiamo farcene una ragione.
Secondo la moderna analisi dei processi storici si ritiene che la descrizione (o i tentativi di descrizione) del mondo attraverso l'analogia indichi un grado di minore "maturità", rispetto a quello sperimentale diretto.
Si ritiene in questo momento storico sia opportuno rivedere nel suo complesso l'impostazione della scienza moderna e verificarne - ove possibile - l'integrazione con tecniche antiche, se esse sono in realtà efficaci.
Secondo la schema analogico, tutta la Realtà (intesa nella sua eccezione più ampia possibile, quindi comprese le eventuali Realtà soprannaturali) fa parte di un tutto unificato e integrato, ove le varie parti sono interconnesse tra di loro, non solo, ma ogni essere, ogni più piccola parte della Realtà è essa stessa un riflesso completo dell'insieme. Come particolare elaborazione di questo schema abbiamo la Dottrina del Macrosmo-Microcosmo: l'Uomo è lo specchio di tutto l'Universo, e in esso si trovano e agiscono, in grado diverso e più o meno evolutivo, le forze che regolano piani diversi della Realtà. Nei Mondi superiori, ci sono i pianeti, le stelle, gli dei (o gli Angeli); nel mondo ordinario ci sono gli animali, le piante, i minerali, i fenomeni atmosferici, marini e quelli tellurici; nei mondi inferiori, si trovano analoghe corrispondenze con esseri infernali.

Nessun commento:

Posta un commento