L'importanza dell'Alimentazione 2

Come è cambiata l'alimentazione degli Italiani negli ultimi quarant'anni

I modi di alimentarsi delle famiglie de degli individui, in altre parole le combinazioni di piatti e di menù che compaiono ogni giorno sulla tavola di tutti noi consumatori, sono così innumerevoli che una descrizione esauriente richiederebbe da sola pagine e pagine dense di dati, cifre, grafici e tabelle.
Tale problema si accentua particolarmente nel caso dell'Italia, dove l'esistenza di numerosissime realtà e tradizioni locali fa sì che il modo di alimentarsi sia fra i più vari che si possano trovare.
Per questi motivi, la descrizione delle abitudini alimentari degli Italiani deve far riferiemento a dati statistici relativi a qualità e quantità dei consumi, dati che consentono di esaminare sinteticamente una realtà che altrimenti sarebbe difficilissimo illustrare.
I dati statistici, pertanto, pur con tutti i loro limiti, contribuiscono a delineare l'immagine dell'alimentazione in Italia e dei suoi cambiamenti. Attraverso la loro interpretazione è possibile descrivere che cosa e quanto mangiano gli Italiani attualmente, quali sono stati i cambiamenti nei consumi alimentari e quali sono le tendenze in atto, quali le differenze nelle abitudini di alimentarsi esistenti nelle varie zone del Paese. Tutti questi elementi costituiscono il quadro di riferimento sempre necessario quando si vogliono valutare i diversi aspetti del problema alimentare, da quelli di ordine nutrizionale e sanitario a quelli sociali, a quelli economici, produttivi, e via dicendo.

I consumi alimentari nel nostro Paese


Ogni italiano, mediamente, consuma in un anno oltre 850Kg di alimenti e bevande: si pensi, per farsi un'immagine, a un furgone di media grandezza completamente pieno di prodotti alimentari. Si è detto consuma e non ingerisce, perchè da quella quantità, per arrivare a determinare quanto in relatà si mangia, bisogna detrarre una larga parte che è costituita da rifiuti e sprechi - sia nella fase di preparazione dei pasti sia in quella di conservazione domestica dei cibi - e infine dagli avanzi veri e propri che si hanno a tavola.
Per valutare l'entità dei singoli consumi allo stato attuale, si è riportato in riquadro il consumo medio annuo per abitante relativo ai principali prodotti alimentari (prodotti di origine animale e vegetale, grassi da condimento, zucchero e bevande). Come si vede, la quota principale della nostra alimentazione nel corso di un anno è di origine vegetale, una caratteristica tipicamente italiana, molto più marcata rispetto all'alimentazione degli altri Paesi occidentali.
Fra i prodotti di origine vegetale, il frumento, il cui consumo per abitante raggiunge quasi 170Kg per anno, mantiene tuttora un ruolo preminente nella nostra alimentazione. Le varie forme in cui è possibile consumare questo prodotto (pane, pasta, pizza, biscotti, farina per preparazioni domestiche, ecc.), fanno sì che esso sia sempre presente sulla nostra tavola e nei diversi momenti della giornata.
Altri consumi quantitativamente notevoli sono quelli di prodotti ortofrutticoli. Se ne consumano annualmente oltre 320Kg pro-capite, vale a dire, per ogni italiano, quasi tre cassette al mese. A livello mondiale, per quanto riguarda il consumo di prodotti ortofrutticoli, l'Italia è al primo posto. Fra i prodotti di origine animale, il consumo di latte è oggi quello quantitativamente più importante, rappresentato da oltre 80 l l'anno per abitante. A questo vanno aggiunti circa 15Kg di formaggi e latticini, che grosso modo equivalgono ad altri 70 l di latte. Per quanto concerne la carne, ogni italiano ne consuma mediamente oltre 75Kg annui, costituiti soprattuttoda carne bovina, da pollame e da carne suina, quest'ultima, peraltro, consumata in gran parte sotto forma di salumi, mortadelle, salsiccie, prosciutti e altre preparazioni. Modesto per un Paese circondato su tre lati dal mare, il consumo pro-capite di pesce: solo 11Kg all'anno, una parte dei quali come pesce secco e conservato.
Nel valutare la nostra alimentazione è da sottolineare il consumo, divenuto considerevole in Italia, di grassi da condimento.Ogni italianoconsuma oltre 20 l di olio l'anno, costituiti per metà di olio di oliva e per metà di olio di semi; a questa quantità sono da aggiungere oltre 5Kg di grassi di origine animale, e cioè burro, lardo e strutto.
Si veda, infine, il consumo di zucchero e bevande. Il primo, sebbene in aumento rispetto al passato, è attualemente a un livello modesto paragonato a quello di tutti gli altri Paesi occidentali. I circa 29Kg di zucchero annui pro-capite sono consumati in varie forme: 18Kg per uso domestico, cioè per dolcificare bevande, per preparare dolci, ecosì via; gli altri 11Kg, invece, sono assunti con i vari prodotti (gelati, dolci, bevande) preparati dalle industrie o artigianalmente, e nelle consumazioni fuori casa, all bar o altrove.
Riguardo alle bevande alcoliche, ogni italiano beve mediamente in un anoo circa 91 l di vino, 20 l di birra e 8 l di liquori e superalcolici. L'insieme di queste bevande equivale a un consumo medio giornaliero di oltre 37g di alcol. Una quantità che, proprio perché calcolata come valore medio, è da considerarsi elevata.
Per quanto concerne ill consumo di bevande analcoliche, non si hanno dati certi. Tuttavia, si può affermare che il consumo è ragguardevole, in una micura certamente superiore a quanto sarebbe auspicabile.
Fin qui ho offerto un quadro sintetico dell'attuale livello dei consumi alimentari in Italia. ma quali cambiamenti sono intervenuti negli ultimi decenni? E quale significato hanno sul piano nutrizionale e della salute? Quali differenze esistono ancora nel modo di alimentarsi fra regione e regione del nostro Paese? Cos'è che funziona o non funziona nela nostra alimentazione? Queste sono le principali domande, rispondono alle quali si chiariranno maggiormente le idee sull'alimentazione nel nostro Paese.

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